Torri & punti panoramici - ITA 🇮🇹

Sara
Torri & punti panoramici - ITA 🇮🇹

Torri

L’intento di questa guida è di far conoscere ai visitatori uno degli elementi paesaggistici tipici e suggestivi delle coste sarde: le Torri. Percorrendo la strada provinciale costiera a partire dalla zona di Chia è possibile incrociare alcune di queste torri, ma per chi vuole ammirare da vicino queste meraviglie si celano dei percorsi immersi nella macchia mediterranea. Numerose sono le torri che ancora oggi caratterizzano le coste della Sardegna, in passato svolgevano un importante ruolo nel sistema difensivo dell’isola.
Queste torri di avvistamento e di difesa risultano in gran parte costruite sotto il dominio spagnolo, ma anche nel periodo antecedente, con materiali e tecniche costruttive simili, in luoghi strategici che potevano consentire il repentino intervento contro il pericolo che sopraggiungeva dal mare.
Raggiungibile da un sentiero e costruita verosimilmente tra XVI e XVII secolo dagli spagnoli, che si erge su un promontorio a dominare il panorama selvaggio e suggestivo di spiaggia e vegetazione mediterranea intorno. Oltre al meraviglioso panorama che circonda la torre, una particolarità che la distingue dalle altre è la presenza di una vecchia cava d’epoca, prima punica, e poi romana. La bassa scogliera che limita a est la spiaggia di Piscinnì fu sede di intensa attività estrattiva per la produzione di blocchi di arenaria da impiegare in edilizia. La costa mostra ancora evidenti tracce di questa attività, riconoscibili nelle forme squadrate e nelle superfici piane della scogliera, che costituivano rispettivamente i fronti di scavo e il piano di una cava di oltre 2.000 anni fa. Per raggiungere la torre è necessario percorrere la strada provinciale 71, prima di arrivare alla spiaggia di Piscinní si incrociano alcune piazzole di sosta, in una di queste è presente l’inizio del percorso che è necessario imboccare (visibile in uno degli scatti inseriti sia l’ingresso, mentre al seguente link è indicato il punto esatto della piazzola). . https://maps.apple.com/?ll=38.906366,8.781186&q=Segnaposto%20inserito&_ext=EiYpUPMTM3FzQ0Ax6a21RAaNIUA5zsg5j5d0Q0BBh+mxWe+SIUBQBA%3D%3D&t=h .
Torre di Pixinni
Raggiungibile da un sentiero e costruita verosimilmente tra XVI e XVII secolo dagli spagnoli, che si erge su un promontorio a dominare il panorama selvaggio e suggestivo di spiaggia e vegetazione mediterranea intorno. Oltre al meraviglioso panorama che circonda la torre, una particolarità che la distingue dalle altre è la presenza di una vecchia cava d’epoca, prima punica, e poi romana. La bassa scogliera che limita a est la spiaggia di Piscinnì fu sede di intensa attività estrattiva per la produzione di blocchi di arenaria da impiegare in edilizia. La costa mostra ancora evidenti tracce di questa attività, riconoscibili nelle forme squadrate e nelle superfici piane della scogliera, che costituivano rispettivamente i fronti di scavo e il piano di una cava di oltre 2.000 anni fa. Per raggiungere la torre è necessario percorrere la strada provinciale 71, prima di arrivare alla spiaggia di Piscinní si incrociano alcune piazzole di sosta, in una di queste è presente l’inizio del percorso che è necessario imboccare (visibile in uno degli scatti inseriti sia l’ingresso, mentre al seguente link è indicato il punto esatto della piazzola). . https://maps.apple.com/?ll=38.906366,8.781186&q=Segnaposto%20inserito&_ext=EiYpUPMTM3FzQ0Ax6a21RAaNIUA5zsg5j5d0Q0BBh+mxWe+SIUBQBA%3D%3D&t=h .
Percorrendo la strada provinciale 71, dopo aver superato la spiaggia di Tuerredda è possibile individuare una piccola zona portuale raggiungibile imboccando una strada sterrata con ingresso sulla sinistra (rispetto al senso di marcia provenendo da Pula/Domus de Maria). All'interno della suddetta strada è presente un ittiturismo, ma sopratutto è possibile parcheggiare per poi raggiungere a piedi la bellissima Torre di Capo Malfatano, situata proprio sulla punta della scogliera. La denominazione originaria è riferibile ad uno scalo utilizzato dai commercianti di Amalfi, veniva anche denominata “fortalessa de Marfattà” nel 1593 o “fortalessa de San Francisco de Marfattà” nel 1595, mentre attualmente trae il proprio nome dall’omonima località. La costruzione della torre risale agli anni immediatamente successivi al 1578, anno in cui fu proposta dal De Moncada che quindici anni più tardi, nel gennaio 1593, fu nominato il primo alcade. Le principali funzioni erano di avvistamento e di controllo con il presidio militare fornito di cannoni, di spingarda e di fucili. Nel 1764 la torre venne attaccata da circa 400 barbareschi ma l’allora alcade Giovanni Battista Pinna guidò la difesa che ebbe un esito positivo a favore della propria torre e durante la quale rimasero feriti circa 100 assalitori. Nel luglio del 1812, in seguito all’attacco barbaresco a Sant’Antioco, la guarnigione venne potenziata e portata a cinque soldati e un caporale. Il presidio di questa struttura continuò anche successivamente allo scioglimento dell’Amministrazione delle Torri. Nel 1847 vi venne trasferito Giovanni Santo Zedda, sergente del Real Corpo dell’Artiglieria, già alcade della torre di Coltellazzo a Pula. Negli anni 1605, 1784, 1817 e infine nel 1823 sono stati realizzati diversi interventi di restauro, resisi necessari sia a causa delle incursioni subite che degli effetti del tempo sulle strutture. L’ultimo intervento di restauro è stato svolto recentemente dalla Soprintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari. La torre di Capo Malfatano è in contatto visivo con le altre Torri di Piscinnì, del Budello e di Porto Scudo.
Torre di Capo Malfatano
Percorrendo la strada provinciale 71, dopo aver superato la spiaggia di Tuerredda è possibile individuare una piccola zona portuale raggiungibile imboccando una strada sterrata con ingresso sulla sinistra (rispetto al senso di marcia provenendo da Pula/Domus de Maria). All'interno della suddetta strada è presente un ittiturismo, ma sopratutto è possibile parcheggiare per poi raggiungere a piedi la bellissima Torre di Capo Malfatano, situata proprio sulla punta della scogliera. La denominazione originaria è riferibile ad uno scalo utilizzato dai commercianti di Amalfi, veniva anche denominata “fortalessa de Marfattà” nel 1593 o “fortalessa de San Francisco de Marfattà” nel 1595, mentre attualmente trae il proprio nome dall’omonima località. La costruzione della torre risale agli anni immediatamente successivi al 1578, anno in cui fu proposta dal De Moncada che quindici anni più tardi, nel gennaio 1593, fu nominato il primo alcade. Le principali funzioni erano di avvistamento e di controllo con il presidio militare fornito di cannoni, di spingarda e di fucili. Nel 1764 la torre venne attaccata da circa 400 barbareschi ma l’allora alcade Giovanni Battista Pinna guidò la difesa che ebbe un esito positivo a favore della propria torre e durante la quale rimasero feriti circa 100 assalitori. Nel luglio del 1812, in seguito all’attacco barbaresco a Sant’Antioco, la guarnigione venne potenziata e portata a cinque soldati e un caporale. Il presidio di questa struttura continuò anche successivamente allo scioglimento dell’Amministrazione delle Torri. Nel 1847 vi venne trasferito Giovanni Santo Zedda, sergente del Real Corpo dell’Artiglieria, già alcade della torre di Coltellazzo a Pula. Negli anni 1605, 1784, 1817 e infine nel 1823 sono stati realizzati diversi interventi di restauro, resisi necessari sia a causa delle incursioni subite che degli effetti del tempo sulle strutture. L’ultimo intervento di restauro è stato svolto recentemente dalla Soprintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari. La torre di Capo Malfatano è in contatto visivo con le altre Torri di Piscinnì, del Budello e di Porto Scudo.
La Torre di Chia si trova sulla destra della spiaggia Su Portu. Il percorso per raggiungerla è breve, si tratta di una stradina in pietra, la sera illuminata, che porta proprio sotto la torre. Da quest'ultima è possibile ammirare un meraviglioso panorama su tutte le differenti spiagge di Chia. La torre è costruita sull'acropoli dell'abitato punico-romano di Bithia. Sorvegliava soprattutto la zona verso S, verso la spiaggia di Chia, ideale per il rifornimento dell'acqua, e teneva sotto controllo un territorio molto esposto allo sbarco dei pirati grazie alla presenza di numerose spiagge. Dalla torre non è però possibile vedere le altre torri costiere, per cui l'amministrazione aveva predisposto due posti di vedetta e trasmissione dei messaggi nelle punte dette Guardia Grande a N/E e Las Cannas sul Capo Spartivento a S/O.
14 người dân địa phương đề xuất
Torre di chia
14 người dân địa phương đề xuất
La Torre di Chia si trova sulla destra della spiaggia Su Portu. Il percorso per raggiungerla è breve, si tratta di una stradina in pietra, la sera illuminata, che porta proprio sotto la torre. Da quest'ultima è possibile ammirare un meraviglioso panorama su tutte le differenti spiagge di Chia. La torre è costruita sull'acropoli dell'abitato punico-romano di Bithia. Sorvegliava soprattutto la zona verso S, verso la spiaggia di Chia, ideale per il rifornimento dell'acqua, e teneva sotto controllo un territorio molto esposto allo sbarco dei pirati grazie alla presenza di numerose spiagge. Dalla torre non è però possibile vedere le altre torri costiere, per cui l'amministrazione aveva predisposto due posti di vedetta e trasmissione dei messaggi nelle punte dette Guardia Grande a N/E e Las Cannas sul Capo Spartivento a S/O.
Spostandosi decisamente più a ovest (1.30h dalla zona di Pula), nel comune di Buggerru, è possibile ammirare un'altra bellissima torre: Torre di Cala Domestica. Prende il nome dall'omonima baia, una vera e propria perla del sud Sardegna dall'acqua cristallina che merita di essere vista. Se farete visita in questa zona consiglio di fare un salto alla torre, posta al lato della cala e raggiungibile percorrendo per circa una decina di minuti una stradina che offre un panorama che lascia senza fiato. La torre sorvegliava l'ingresso alla spiaggia in cui era un porticciolo d'imbarco dei minerali provenienti dalle varie miniere della zona. Dal fortilizio si possono vedere le torri di Porto Paglia, Forte di San Vittorio, l'isola Piana e capo Pecora, dove si trovava la "guardia morta" (vedetta mobile senza torre) in località Sa Guardia de Is Turcus.
Torre di Cala Domestica
Spostandosi decisamente più a ovest (1.30h dalla zona di Pula), nel comune di Buggerru, è possibile ammirare un'altra bellissima torre: Torre di Cala Domestica. Prende il nome dall'omonima baia, una vera e propria perla del sud Sardegna dall'acqua cristallina che merita di essere vista. Se farete visita in questa zona consiglio di fare un salto alla torre, posta al lato della cala e raggiungibile percorrendo per circa una decina di minuti una stradina che offre un panorama che lascia senza fiato. La torre sorvegliava l'ingresso alla spiaggia in cui era un porticciolo d'imbarco dei minerali provenienti dalle varie miniere della zona. Dal fortilizio si possono vedere le torri di Porto Paglia, Forte di San Vittorio, l'isola Piana e capo Pecora, dove si trovava la "guardia morta" (vedetta mobile senza torre) in località Sa Guardia de Is Turcus.
La Torre del Coltellazzo o di Sant'Efisio è una torre costiera che sorge sulla cima del promontorio che domina le rovine della città di Nora, nel territorio del comune di Pula. Parcheggiando presso il parcheggio della spiaggia di Nora è possibile ammirare questa bellissima torre, oltre alla piccola Chiesetta di Sant'Efisio e alle antiche Rovine di Nora. La torre, edificata nei pressi dei resti dell'acropoli di Nora, entrò in funzione dal 1607, anche se l'esistenza di un precedente insediamento militare è attestato dagli inizi del XIV secolo. Jorge Aleo, nel 1680, ne fa menzione, chiamandola Fortalleza Coltellaz. Nel settecento l'edificio venne inglobato in un forte, eretto tra il 1722 e il 1728 su progetto dell'ingegnere piemontese Antonio Felice de Vincenti. Ulteriori lavori vennero attuati nel XIX secolo, quando la torre venne dotata di un faro. La torre del Coltellazzo, dal XVIII secolo chiamata anche torre di Sant'Efisio, in ricordo del martire guerriero, che la tradizione vuole ucciso a Nora per decapitazione, era torre de armas o gagliarda, ovvero per difesa pesante, con una guarnigione di uomini comandati da un alcalde (comandante). È in contatto visivo con le torri di Cala d'Ostia, di San Macario e del Diavolo. Edificata in arenaria calcarea, di struttura tronco-conica, misura circa 11 metri di altezza per 12 metri di diametro alla base e presenta una camera interna voltata a cupola costolonata, sostenuta da un pilastro centrale.
Torre del Coltellazzo o di Sant'Efisio
Via Fermi
La Torre del Coltellazzo o di Sant'Efisio è una torre costiera che sorge sulla cima del promontorio che domina le rovine della città di Nora, nel territorio del comune di Pula. Parcheggiando presso il parcheggio della spiaggia di Nora è possibile ammirare questa bellissima torre, oltre alla piccola Chiesetta di Sant'Efisio e alle antiche Rovine di Nora. La torre, edificata nei pressi dei resti dell'acropoli di Nora, entrò in funzione dal 1607, anche se l'esistenza di un precedente insediamento militare è attestato dagli inizi del XIV secolo. Jorge Aleo, nel 1680, ne fa menzione, chiamandola Fortalleza Coltellaz. Nel settecento l'edificio venne inglobato in un forte, eretto tra il 1722 e il 1728 su progetto dell'ingegnere piemontese Antonio Felice de Vincenti. Ulteriori lavori vennero attuati nel XIX secolo, quando la torre venne dotata di un faro. La torre del Coltellazzo, dal XVIII secolo chiamata anche torre di Sant'Efisio, in ricordo del martire guerriero, che la tradizione vuole ucciso a Nora per decapitazione, era torre de armas o gagliarda, ovvero per difesa pesante, con una guarnigione di uomini comandati da un alcalde (comandante). È in contatto visivo con le torri di Cala d'Ostia, di San Macario e del Diavolo. Edificata in arenaria calcarea, di struttura tronco-conica, misura circa 11 metri di altezza per 12 metri di diametro alla base e presenta una camera interna voltata a cupola costolonata, sostenuta da un pilastro centrale.
La torre del Diavolo è una torre di avvistamento che si trova sul promontorio di punta Zavorra, nel golfo degli Angeli, in territorio di Sarroch.Fu voluta dalla Corona di Spagna come parte del complesso di strutture fortificate che dall'alto medioevo sino alla metà del diciannovesimo secolo hanno costituito il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione della fascia costiera dell'isola. La torre, costruita a 50 metri sul livello del mare con materiale di roccia vulcanica, andesite e fregi in arenaria calcarea, è di forma tronco-conica e fu edificata nel 1639 secondo la Carta di Francesco Vico. La struttura ha una volta a cupola con foro per accesso al terrazzo.
Torre del Diavolo
La torre del Diavolo è una torre di avvistamento che si trova sul promontorio di punta Zavorra, nel golfo degli Angeli, in territorio di Sarroch.Fu voluta dalla Corona di Spagna come parte del complesso di strutture fortificate che dall'alto medioevo sino alla metà del diciannovesimo secolo hanno costituito il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione della fascia costiera dell'isola. La torre, costruita a 50 metri sul livello del mare con materiale di roccia vulcanica, andesite e fregi in arenaria calcarea, è di forma tronco-conica e fu edificata nel 1639 secondo la Carta di Francesco Vico. La struttura ha una volta a cupola con foro per accesso al terrazzo.
Una volta raggiunta la spiaggia di Foxi o di Froccadizzu, è possibile osservare una delle numerose torri della zona, che dista poche miglia dalla riva. La Torre di San Macario sorge sull’omonimo isolotto posto di fronte alla Punta di Santa Vittoria di Pula. Anch’essa costruita dagli spagnoli alla fine del ‘500 per contrastare le incursioni dei pirati saraceni, non è l’unico edificio presente su questa piccola isola: vi restano oggi anche i ruderi del monastero bizantino dedicato a San Macario, quelli di una chiesetta e i resti di un’antica tonnara.
Torre di San Macario
Una volta raggiunta la spiaggia di Foxi o di Froccadizzu, è possibile osservare una delle numerose torri della zona, che dista poche miglia dalla riva. La Torre di San Macario sorge sull’omonimo isolotto posto di fronte alla Punta di Santa Vittoria di Pula. Anch’essa costruita dagli spagnoli alla fine del ‘500 per contrastare le incursioni dei pirati saraceni, non è l’unico edificio presente su questa piccola isola: vi restano oggi anche i ruderi del monastero bizantino dedicato a San Macario, quelli di una chiesetta e i resti di un’antica tonnara.
Nella zona di Santa Margherita di Pula, sorge un'altra delle suggestive torri della costa sarda. Questa è facilmente raggiungibile in quanto si trova proprio sul ciglio della strada. La torre di Cala d'Ostia è una torre di avvistamento che si trova sul promontorio di Cala d'Ostia, in territorio di Pula. Fu costruita per difendere la foce del rio Pedras de Fogu e le due calette di Cala d'Ostia, impedendo il rifornimento d'acqua e l'attacco di Pula. La torre, alta circa 9 metri, è di forma tronco-conica e fu edificata nel 1773. La struttura ha una volta a cupola. Fu utilizzata fino al 1842, anno della soppressione della Reale amministrazione delle torri.
Torre di Cala d'Ostia
Via Flumendosa
Nella zona di Santa Margherita di Pula, sorge un'altra delle suggestive torri della costa sarda. Questa è facilmente raggiungibile in quanto si trova proprio sul ciglio della strada. La torre di Cala d'Ostia è una torre di avvistamento che si trova sul promontorio di Cala d'Ostia, in territorio di Pula. Fu costruita per difendere la foce del rio Pedras de Fogu e le due calette di Cala d'Ostia, impedendo il rifornimento d'acqua e l'attacco di Pula. La torre, alta circa 9 metri, è di forma tronco-conica e fu edificata nel 1773. La struttura ha una volta a cupola. Fu utilizzata fino al 1842, anno della soppressione della Reale amministrazione delle torri.

Punti panoramici

In questa sezione della guida sono presenti alcuni consigli su differenti punti panoramici insoliti e suggestivi per chi vuole godersi una vista mozzafiato facendo due passi in mezzo alla macchia mediterranea sarda.
Percorrendo la stradina per raggiungere la bellissima spighetta di Cala del Morto si può godere di un meraviglioso panorama, che diventa ancor più suggestivo se si lascia la cala alle proprie spalle e si prosegue seguendo il percorso. Si arriva in un punto roccioso dal quale si ha una vista completa sulla baia e sulla Torre di Chia, come visibile dalla prima foto sulla sfondo.
7 người dân địa phương đề xuất
Cala del Morto
7 người dân địa phương đề xuất
Percorrendo la stradina per raggiungere la bellissima spighetta di Cala del Morto si può godere di un meraviglioso panorama, che diventa ancor più suggestivo se si lascia la cala alle proprie spalle e si prosegue seguendo il percorso. Si arriva in un punto roccioso dal quale si ha una vista completa sulla baia e sulla Torre di Chia, come visibile dalla prima foto sulla sfondo.
Per chi desidera ammirare un tramonto da sogno con una vista mozzafiato una passeggiata con destinazione Faro Capo Spartivento è imperdibile. Il faro è stato costruito nel 1866, ed è quindi tra i fari più antichi della Sardegna tuttora in funzione, e in parte adibito ad hotel. È raggiungibile parcheggiando difronte alla spiaggia Su Giudeu e proseguendo a piedi verso la piccola Cala Cipolla. Una volta superata quest'ultima proseguire lungo il percorso e dopo circa una decina di minuti si arriva nel punto panoramico.
Capo Spartivento Lighthouse
Per chi desidera ammirare un tramonto da sogno con una vista mozzafiato una passeggiata con destinazione Faro Capo Spartivento è imperdibile. Il faro è stato costruito nel 1866, ed è quindi tra i fari più antichi della Sardegna tuttora in funzione, e in parte adibito ad hotel. È raggiungibile parcheggiando difronte alla spiaggia Su Giudeu e proseguendo a piedi verso la piccola Cala Cipolla. Una volta superata quest'ultima proseguire lungo il percorso e dopo circa una decina di minuti si arriva nel punto panoramico.
Ad un'ora dalla zona di Pula, nella frazione di Nebida si erge dal mare a pochi metri dalla costa lo Scoglio di Pan di Zucchero: il nome deriva dalla somiglianza con il celebre Pão de Açúcar della baia di Rio de Janeiro e ha sostituì già nel XVIII secolo l’originario nome sardo Concali su Terràinu. Lo raggiungerai in gommone o barca dalla magnifica insenatura di Masua, frazione costiera iglesiente distante due chilometri e mezzo. Compiuta l’impresa non semplice di raggiungerne le pareti rocciose, gli appassionati di climbing, con attrezzatura e supporto di guide specializzate, possono scalare i suoi 133 metri: è il faraglione più alto del Mediterraneo. Dalla cima dominerai con lo sguardo i tre ‘fratelli minori’ accanto, due detti s’Agusteri e il Morto, il più meridionale. I quattro faraglioni di Masua sono strutturalmente omogenei e collegati, parte integrante del monumento: il loro colore bianco-ceruleo spicca sulla costa antistante dalla tinta violacea. Sono composti da calcare cambrico, chimicamente quasi puro, originati dall’erosione marina che ne ha generato il distacco dalla terraferma, precisamente dalla falesia di punta is Cicalas: il tratto di 300 metri di mare che li separa è spesso impervio. Imperdibile al tramonto ma ottima destinazione anche per percorrere una parte del cammino Minerario di Santa Barbara o per visitare o ammirare da una gita in barca Porto Flavia. Altro piacevole dettaglio è il meraviglioso panorama che accompagna tutto il viaggio durante la percorrenza della strada costiera che allevia i numerosi tornati che la compongono.
Pan Di Zucchero
Ad un'ora dalla zona di Pula, nella frazione di Nebida si erge dal mare a pochi metri dalla costa lo Scoglio di Pan di Zucchero: il nome deriva dalla somiglianza con il celebre Pão de Açúcar della baia di Rio de Janeiro e ha sostituì già nel XVIII secolo l’originario nome sardo Concali su Terràinu. Lo raggiungerai in gommone o barca dalla magnifica insenatura di Masua, frazione costiera iglesiente distante due chilometri e mezzo. Compiuta l’impresa non semplice di raggiungerne le pareti rocciose, gli appassionati di climbing, con attrezzatura e supporto di guide specializzate, possono scalare i suoi 133 metri: è il faraglione più alto del Mediterraneo. Dalla cima dominerai con lo sguardo i tre ‘fratelli minori’ accanto, due detti s’Agusteri e il Morto, il più meridionale. I quattro faraglioni di Masua sono strutturalmente omogenei e collegati, parte integrante del monumento: il loro colore bianco-ceruleo spicca sulla costa antistante dalla tinta violacea. Sono composti da calcare cambrico, chimicamente quasi puro, originati dall’erosione marina che ne ha generato il distacco dalla terraferma, precisamente dalla falesia di punta is Cicalas: il tratto di 300 metri di mare che li separa è spesso impervio. Imperdibile al tramonto ma ottima destinazione anche per percorrere una parte del cammino Minerario di Santa Barbara o per visitare o ammirare da una gita in barca Porto Flavia. Altro piacevole dettaglio è il meraviglioso panorama che accompagna tutto il viaggio durante la percorrenza della strada costiera che allevia i numerosi tornati che la compongono.
Ricca di storia e altro imperdibile punto per godere di una fantastica vista sul mare è l'antica città di Nora, della quale è possibile visitarne le rovine molto suggestive al tramonto. È stata la prima città fenicia in Sardegna (VIII secolo a.C.), snodo del commercio, nonché porto dall’invidiabile posizione, nell’istmo di capo Pula, da cui si poteva salpare con qualsiasi vento. Nora, sviluppatasi pienamente nel IV secolo a.C. sotto il dominio punico, nel 238 a.C. fu conquistata dai Romani e nel I d.C. divenne municipium. Nei due secoli successivi, visse il massimo splendore: crescita urbana e ottomila abitanti, oltre a essere caput viae, chilometro zero di tutte le strade dell’Isola.
164 người dân địa phương đề xuất
Khu di tích Nora
164 người dân địa phương đề xuất
Ricca di storia e altro imperdibile punto per godere di una fantastica vista sul mare è l'antica città di Nora, della quale è possibile visitarne le rovine molto suggestive al tramonto. È stata la prima città fenicia in Sardegna (VIII secolo a.C.), snodo del commercio, nonché porto dall’invidiabile posizione, nell’istmo di capo Pula, da cui si poteva salpare con qualsiasi vento. Nora, sviluppatasi pienamente nel IV secolo a.C. sotto il dominio punico, nel 238 a.C. fu conquistata dai Romani e nel I d.C. divenne municipium. Nei due secoli successivi, visse il massimo splendore: crescita urbana e ottomila abitanti, oltre a essere caput viae, chilometro zero di tutte le strade dell’Isola.